Paleografìa

Posted by on Lug 23, 2024 in Senza categoria | No Comments
Paleografìa

La Paleografìa è l’essenza primaria della comunicazione visiva del genere Homo, e si, perche gia prima del Sapiens il Neandethal si esprimeva con pitture e segni rupestri, ma anche il genere Cro Magnon ha espressioni rappresentative rupestri, ma chi ci dice che magari anche un Heidelbergensis non abbia prodotto segni? Quindi lo spettro è molto ampio e ancora tutto da scoprire. Le pitture rupestri per quel che ne sappiamo oggi risalgono almeno a circa 60/70mila anni fa in piena era Neanderthaliana. Quindi attribuire solo al Sapiens questa forma di comunicazione sarebbe errato, più entusiasmante è invece attribuirlo all’intero genere Homo per la sua complessità ramificata ancora oggi sconosciuta.

Parliamo di Homo allora, l’homo grafico, c’è poco da fare è così. Ancor prima, ma molto prima delle primordiali forme di scrittura quindi di un linguaggio aricolato (sempre per quel che ne sappiamo), l’homo era un grafico, questo è certo, è una inconfutabile prova da affermare con sicurezza.

L’esigenza innata, naturale, istintiva, processo sinapsico del rappresentare una forma è il gesto più immediato che questo genere ha espresso, trovo questo aspetto straordinario dove la forma diventa l’elemento di giunzione tra la percezione umana e la realtà.

La rappresentazione della forma è naturale, divina, è flusso trasmettitore. La forma è la forma… di comunicazione. La forma è un mondo narrativo, come segno, cromia, distribuzione, spazialità, peso quantitativo. Il rozzo primitivo che qualcuno può immaginare non era altro che l’antico conservatore dello stesso, identico segno che utilizziamo oggi.

Foto di: Asatira, ArtTower, Norm Bosworth, in seguenza da Pixabay.

 

È lo stesso, si, ancor più profondo come significato rispetto alla scrittura/linguaggio, in quanto la scrittura non è altro che una elaborazione intellettiva, un processo articolato e complesso che richiede sforzo e impegno. La paleografìa è immediatezza, istinto… siamo noi allora come oggi, non è cambiata una virgola.

La Paleografìa è anche presente nella Grafite su cui si incentra anche l’ultima campagna di Grafia, è un minerale, è materia primordiale, oggi disegnamo attraverso uno strumento ancestrale, paleolitico e non ce ne accorgiamo. Leggi qui.

Molti siti in Europa dalla Spagna (nelle grotte di La Pasiega, Maltravieso, Ardales e Cueva de los Aviones) all’Italia, in Puglia abbiamo presenze del Neanderthal, ma ovunque nel mondo le pitture rupestri sono ampiamente presenti. Solo per affermare il gesto unico mondiale della Paleografìa come segno identitario del genere umano nella sua più ampia sfaccettatura evolutiva.

Alcuni simboli ritracciati in nero, ci restituiscono la pulizia del segno e la razionalità di escuzione, vedere la forma nella sua “nettezza” ci fa capire ancora meglio la nostra indole grafica.

Alcune rappresentazioni simboliche reali ri-tracciate.

 

La rappresentazione grafica più scioccante per me è questa nella foresta Amazzonica, dove esiste una “tela” di petroglifi dell’era glaciale lunga 8 miglia. Incisa circa 12.600 anni fa, questa imponente opera d’arte raffigura mastodonti, bradipi giganti e altri animali estinti, ma i segni più incredibili a mio avviso sono le rappresentazioni simmetriche e decorative, dal fascino misterioso e ipnotico. Regolari, spaziate, composte, impaginate, creative. Incredibile il fascino grafico che emanano.

La traccia di chi siamo è presente più che mai. Siamo grafici, paleografici.